“Perugia, muore di arresto cardiaco perchè i defibrillatori non funzionano: scopri ora come è strutturato un progetto di cardioprotezione efficiente che azzera tragedie come questa”​

“Perugia, muore arresto cardiaco perchè i defibrillatori non funzionano: scopri ora come è strutturato un progetto di cardioprotezione efficiente che azzera tragedie come questa”​

Il giornale titola: “Perugia, muore d’infarto perchè i defibrillatori non funzionano: scopri ora il progetto di cardioprotezione efficiente”, non è a caso e ci fa riflettere.

Infatti prende spunto da un articolo pubblicato il giorno di ferragosto di quest’anno dai maggiori quotidiani della Regione Umbria e di Perugia: https://corrieredellumbria.corr.it/news/umbria/32722053/perugia-morto-infarto-defibrillatori-non-funzionano.html

L’Articolo parla chiaro: ” Nessuno può sapere come sarebbe andata se almeno uno di quei due defibrillatori avesse funzionato. Di certo, il fatto che entrambi fossero inutilizzabili perché non revisionati, uno addirittura “scaduto” da quasi cinque anni ha provocato profonda rabbia negli amici del 70enne che giovedì sera è deceduto mentre era a cena fuori con degli amici. L’occasione era una manifestazione organizzata da alcuni esercenti della frazione perugina di Canneto. Una sorta di cena di quartiere. Un momento spensierato squarciato da un evento tanto tragico….”

Ma perché accadono queste tragedie? In Italia sia con la legge Mulè (in questo link unarticolo che spiega cosa è cambiato), che grazie a progetti di Safe&Security e Welfare si è arrivati al punto di formare i dipendenti alle manovre di rianimazione cardiopomonare BLSD (adulto e pediatrico) e poi dotarli di defibrillatori capaci di fare la differenza in caso di arresto cardiaco.

 

Senatore Giorgio Mulè

Senatore Giorgio Mulè

Il cuore quando si arresta (per vari motivi come infarto, arresto respiratorio da soffocamento che poi porta all’arresto cardiaco secondario, etc etc etc…), in una percentuale altissima di casi può andare in Fibrillazione Ventricolare (o Tachicardia Ventricolare senza polso)- ovvero due gravi patologie cardiache incompatibili con la vita – e quindi generare delle contrazioni inefficaci e NON in grado di far comprimere il ventricolo e quindi portare ossigeno al cervello, con perdita immediata di coscienza (come accadde al giocatore Eriksen).

La persona davanti a noi “crolla a terra in 1 secondo” perchè la “connessione” tra ossigenazione cerebrale e tutte le attività cerebrali e cardiache sono immediate ed imprescindibili. In questo caso solo il defibrillatore presente nei primissimi minuti (la Legge Mulè parla chiaro in merito a questo e specifica che il massaggio e l’uso del DAE è indicato nei primi 4-5 minuti prima dell’inizio dei danni irreversibili) può fare la differenza. Viene quindi inserito il concetto di “equidistanza” dei Dae e del personale formato e certificato con il 118 nazionale.

UN DAE PRESENTE NEL TERRITORIO PUO’ FARE LA DIFFERENZA (se funziona)

A questo punto vedere che nella città di Perugia vi sono 17 DAE dislocati, da un certo punto di vista è rassicurante ci fa sentire vicini a Seattle; città degli Stati Uniti dove a fine anni ’70 parte un progetto che negli anni a seguire porterà alla riduzione drastica della mortalità, posizionando Seattle, al di fuori delle medie mondiali per arresto cardiaco. Un signore va in arresto e un infermiere inizia il massaggio e – persone illuminate ed Oriette nello spazio e nel tempo- corrono a prendere il DAE indicato dalla segnaletica. E fino a qui siamo tutti d’accordo che l’ITALIA è al passo con SEATTLE e con il progetto ideato dal Dott. Leonard Cobb, portando onore e elevata considerazione nei confronti degli amministratori locali.

 

 

IL DRAMMA: l’assenza di monitoraggio dei DAE

Quando nelle gare vince il DAE al costo più basso, o per risparmiare NON si acquistano modelli “telecollegati” alla centrale operativa (o all’amministrazione) che comunicano il malfunzionamento del Defibrillatore o la scadenza delle piastre, della batteria PER TEMPO, allora ecco che la vita del povero sfortunato, viene gettata via nelle ortiche, da chi doveva fare 2 semplici cose e non l’ha fatto:

1- inviare ogni settimana un addetto a controllare lo stato dei DAE( furto, incendio, stato piastre, stato batteria, etc etc etc…)

2- durante la gara di acquisto si sarebbe dovuto acquistare un DAE con telecollegamento in modo da essere avvisati in caso di: furto, guasto, scadenza consumabili

Il signore con l’arresto cardiaco è morto e non sapremo mai se un DAE disponibile avesse potuto fare la differenza ( in moltissimi casi – con conferma supportata da ricerca scientifica – la risposta è SI !), ma rimane il dolore dei familiari, le cause civili e penali, ed il fatto che ancora oggi, si pensa che acquistare un modello di DAE che abbia degli optional sia come per l’acquisto di una macchina o di una motocicletta: se ne può fare a meno.

LA TECNOLOGIA SALVA LA VITA

Questo episodio (come molti altri che si trovano in rete), conferma che il “salto culturale” da fare è ancora molto lungo, e che troppo spesso nelle gare di appalto vince il prodotto più a buon mercato e non quello tecnologicamente avanzato che garantisce non solo il funzionamento, ma anche la possibilità di noleggio a lungo termine (come con le auto), con teca termoregolata. connettività con wi-fi o sim, furto, incendio, cambio piastre, cambio batteria, assicurazione e gestione scadenza brevetti BLSD collegati al DAE inclusi, manlevando il datore di lavoro, il proprietario, la pubblica amministrazione da responsabilità oggettive e che possono essere ricondotte allo ZERO.

 

CONCLUSIONI

Occupandomi esclusivamente a livello nazionale di formazione BLSD, corsi di Primo Soccorso Aziendale con BLSD aggiuntivo ( anche con fondi Interprofessionali a costo zero per aziende) e non vendendo defibrillatori non posso consigliare un Defibrillatore piuttosto che un altro, ma quello che posso dire, è che abbiamo realizzato alcuni progetti di cardioprotezione complessi ad elevata tecnologia (come con il Ministero della Salute e con Nuovo Trasporto Viaggiatori- ITALOTRENO), che grazie alla tecnologia, alla teleconnessione, alla geolocalizzazione, sono al sicuro da problematiche dalle conseguenze GRAVI ed IRREVERSIBILI, che costano a chi poi dovrà risarcire la vittima, molto di più di un progetto al passo con i tempi che prima di pensare al risparmio economico di pochi euro di differenza, pensa ad una società protetta al passo con i tempi e senza risparmio su elettrodomestici salvavita come il DAE che peraltro con il modello OT23 hanno anche fino a 24.000 euro di rimborso. Una preghiera per questo signore che non ce l’ha fatta (a quanto riferito dalla stampa per l’inefficienza di chi gestiva il dae NON telecollegati) e per la sua famiglia, e l’augurio che questa tragedia ispiri amministratori locali a fare scelte più idonee a scongiurare incidenti del genere.

Per maggiori approfondimenti su progetti di cardioprotezione con nuove tecnologie, e supportati anche da Fondi Interprofessionali visitate il sito:

https://progetticardioprotezione.com

Per ricevere maggiori informazioni su come realizzare un progetto di cardioprotezione aziendale, per organizzare corsi per grandi aziende multisedi nazionali (anche con fondi interprofessionali a zerocosto per l’Azienda), come diventare Istruttore ed avviare un Centro di Formazione (accreditato al 118 regionale con American Heart Association) e sulla formazione del team di primo soccorso interno aziendale con rilascio di brevetti Internazionali, è possibile inviare una email o contattare:

Dott. Marco SQUICCIARINI

Medico Coordinatore attività di formazione BLSD del Ministero della Salute

Scientific Coordinator Pediatric Basic Life Support at UENPS – Union of European Neonatal & Perinatal Societies

Docente di Primo Soccorso Aziendale – BLSD presso il Master settore Sanità Pharma Biomed “24ORE Business School

Faculty Rianimazione Cardiopolmonare con abilitazione all’uso del defibrillatore BLSD – PBLSD at “American Heart Association”

Coordinatore Commissione Emergenza e Formazione BLSD at OMCEO Ordine Medici ed Odontoiatri di Roma e Provincia

Accreditato presso il SistemaSanitario Regionale ARES – 118

  SEDE LEGALE:

Via Emilia, 47 – 00187 Roma

St: 06.420.16.852

Cell: 335.662.0.668

 SEDE CORSI :

Hotel Savoy

Via Ludovisi,15 00187 Roma

email: info@squicciarinirescue.org

website: https://www.squicciarinirescue.org

PEC: info@pec.squicciarinirescue.org